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martedì 16 ottobre 2012

Noi scegliamo Bersani.


Per anni ci siamo lasciati affascinare dal mito liberista, ispiratore di democrazia e uguaglianza, lo abbiamo fatto diventare egemonia culturale, talmente forte che ha coinvolto anche le sinistre mondiali. Ha partorito la terza via Blairiana, la Neue mitte Tedesco o l’esperienza dell’Ulivo italiana.
Per anni la questione economica è stata trascurata ed è stato lasciato sempre più spazio alla potenza dei mercati finanziari, pensando che fosse giusto che si autoregolassero.
Questo spazio lasciato però ha creato un arretramento della politica a favore dell’economia, un arretramento che pesa sia sulle forze che politiche, ma soprattutto sui cittadini onesti.  
A pensare che al primo anno di Economia, ti dicono che la Politica deve organizzare l’Economia non il contrario.
Non avranno studiato bene.
Tutto questo ha portato a una crisi sistemica che ha peculiarità non solo economiche e sociali, ma anche culturali e politiche.
Le ultime due sono importanti almeno quanto le prime due, perché vogliono dire, forse con un eccesso di semplicismo,: non capire più la società e non saperla più guidare.
Analizzando l’aspetto storico di questi due paradigmi si arriva a facili conclusioni: nazionalismi e secessioni.
In Europa è a rischio la democrazia; in Grecia è entrata in parlamento una forza dichiaratamente di stampo nazista, l’Alba Dorata; in Ungheria Victor Orban sta abolendo ogni libertà; il Partito nazionalista guidato da Marine Le Pen è la terza forza politica in Francia.
Questa è una battaglia politica che non possiamo perdere, noi democratici e progressisti ci dobbiamo unire per salvaguardare il bene comune.

Nel nostro Paese le derive demagogiche e populiste stanno sempre più prendendo spazio, cavalcando malumori e slogan preoccupanti.
È una cosa che non dobbiamo permettere perché vorrebbe dire perdere una sfida fondamentale per l’Italia e l’Europa.

C’è una sfida storica davanti a noi che farà da cesura rispetto alla Seconda Repubblica, ricostruire l’Italia e dare una dimensione politica all’Europa ripartendo dalla Democrazia e dalla nostra Costituzione.
Questo Bersani e il Partito Democratico l’hanno capito e hanno raccolto questa sfida insieme a milioni d’italiani, iscritti, militanti e simpatizzanti.
Bisogna ritornare ad avere una credibilità politica che può essere formata solo partendo dall’idea che la politica sia a servizio della comunità, basta personalismi e pensare la politica come proiezione di una carriera, c’è bisogno di serietà e sobrietà.
Queste primarie saranno l’occasione per riaprire il confronto con i cittadini sui contenuti politici di una proposta e un’idea di mondo differente, che risollevi gli italiani e l’Italia.
Un’idea che muove da un’analisi profonda della realtà, che si traduce in soluzioni reali e innovative per il paese, questo è quello di cui abbiamo bisogno.
Una forza politica come la nostra deve essere in grado di guidare questi processi politici, proponendo un patto democratico con i cittadini e i corpi intermedi perché è fondamentale lo sforzo di tutti per uscire da questa condizione.
Ripensare la politica economica e lavorativa, costruire un Welfare forte, investire fortemente nella ricerca e nell’Istruzione e ripensare l’Italia in una dimensione europea, questa è l’unica via.
Crediamo che si necessario l’intervento statale e europeo per regolare il mercato e garantire maggiore trasparenza nei suoi paradigmi, così da salvaguardare le persone che vogliono investire nel nostro Paese. Eliminare definitivamente la speculazione finanziaria. Investire sul lavoro e sui lavoratori, creando un forte Welfare State, che aiuti i cittadini a ripensarsi nel mondo del lavoro, ma che al tempo stesso li tuteli. È chiaro che non abbiamo bisogno di uno Stato assistenzialista, ma uno Stato capace di fornire strumenti necessari allo sviluppo delle economie.
Ripartire dal Sud con delle serie riforme strutturali, che aiutino questa parte importantissima del Paese a risollevarsi ed esprimere tutto il suo potenziale economico e commerciale. Investire su ricerca e sviluppo perché lì è il nostro futuro e la nostra economia più grande e forte, bisogna mettere in mano ai nostri ricercatori i mezzi necessari per crearlo questo futuro, però.
Questa è l’unica via possibile, coniugando l’austerità con la crescita.
 La ricetta di sola austerità fa andare in testacoda uno Stato che non ha più possibilità di sviluppo e ripresa economica.
Tutto questo però deve avvenire in una situazione ben delineata e precisa: un’Europa unita che abbia la forza di creare un mercato del lavoro, sociale e culturale europeo.
I popoli dell’unione europea avranno davanti, così, un maggior numero di possibilità di crescita personale, ma soprattutto comunitaria.

Quindi v’invitiamo a fare attenzione a chi pone prima la propria persona e poi il suo programma politico, a chi offre ancora lo stesso pensiero economico liberista, a chi si ferma troppo sul formalismo delle cose e non va a livello sostanziale, a chi non parla di Welfare e Lavoro, a chi non fa un percorso storico e un’analisi, ma si pone ugualmente come futuro e a chi vuole che i cittadini siano ancora passivi alla politica.

Abbiamo un'unica occasione per cambiare il Paese e l’Europa e scegliere da che parte stare è fondamentale.
Noi abbiamo scelto Bersani.


                                                                                         Lorenzo Tedeschi,

                                                                          Segretario Giovani Democratici Cisterna

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