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lunedì 19 novembre 2012

Tutte le informazioni sulle Primarie a Cisterna

Tutte le informazioni per le registrazioni delle Primarie:

Qui a Cisterna saremo dal Lunedì al Venerdì dalle 17.00 alle 20.00 presso la sede del PD (Via Coppetelli, fianco S. Maria Assunta)

Inoltre SABATO 24 NOVEMBRE ci sarà un gazebo in PIAZZA XIX MARZO DALLE 10.00 ALLE 13.00 E DALLE 17.00 ALLE 20.00
Si voterà Domenica 25 Novembre presso SALA DELLA PACE (ex sala delle statue) al Comune dalle 8.00 alle 20.00 e, se non lo si è fatto prima ci si potrà registrare, chiaramente, prima di votare.

Piccolo mito da sfatare: le registrazioni online non bastano si deve comunque venire a registrarsi sui registri comunale, quindi venire di persona presso i gazebo allestiti o in Sezione.

Registratevi alle primarie e scegliete Bersani come vostro futuro Presidente del Consiglio!

martedì 16 ottobre 2012

Noi scegliamo Bersani.


Per anni ci siamo lasciati affascinare dal mito liberista, ispiratore di democrazia e uguaglianza, lo abbiamo fatto diventare egemonia culturale, talmente forte che ha coinvolto anche le sinistre mondiali. Ha partorito la terza via Blairiana, la Neue mitte Tedesco o l’esperienza dell’Ulivo italiana.
Per anni la questione economica è stata trascurata ed è stato lasciato sempre più spazio alla potenza dei mercati finanziari, pensando che fosse giusto che si autoregolassero.
Questo spazio lasciato però ha creato un arretramento della politica a favore dell’economia, un arretramento che pesa sia sulle forze che politiche, ma soprattutto sui cittadini onesti.  
A pensare che al primo anno di Economia, ti dicono che la Politica deve organizzare l’Economia non il contrario.
Non avranno studiato bene.
Tutto questo ha portato a una crisi sistemica che ha peculiarità non solo economiche e sociali, ma anche culturali e politiche.
Le ultime due sono importanti almeno quanto le prime due, perché vogliono dire, forse con un eccesso di semplicismo,: non capire più la società e non saperla più guidare.
Analizzando l’aspetto storico di questi due paradigmi si arriva a facili conclusioni: nazionalismi e secessioni.
In Europa è a rischio la democrazia; in Grecia è entrata in parlamento una forza dichiaratamente di stampo nazista, l’Alba Dorata; in Ungheria Victor Orban sta abolendo ogni libertà; il Partito nazionalista guidato da Marine Le Pen è la terza forza politica in Francia.
Questa è una battaglia politica che non possiamo perdere, noi democratici e progressisti ci dobbiamo unire per salvaguardare il bene comune.

Nel nostro Paese le derive demagogiche e populiste stanno sempre più prendendo spazio, cavalcando malumori e slogan preoccupanti.
È una cosa che non dobbiamo permettere perché vorrebbe dire perdere una sfida fondamentale per l’Italia e l’Europa.

C’è una sfida storica davanti a noi che farà da cesura rispetto alla Seconda Repubblica, ricostruire l’Italia e dare una dimensione politica all’Europa ripartendo dalla Democrazia e dalla nostra Costituzione.
Questo Bersani e il Partito Democratico l’hanno capito e hanno raccolto questa sfida insieme a milioni d’italiani, iscritti, militanti e simpatizzanti.
Bisogna ritornare ad avere una credibilità politica che può essere formata solo partendo dall’idea che la politica sia a servizio della comunità, basta personalismi e pensare la politica come proiezione di una carriera, c’è bisogno di serietà e sobrietà.
Queste primarie saranno l’occasione per riaprire il confronto con i cittadini sui contenuti politici di una proposta e un’idea di mondo differente, che risollevi gli italiani e l’Italia.
Un’idea che muove da un’analisi profonda della realtà, che si traduce in soluzioni reali e innovative per il paese, questo è quello di cui abbiamo bisogno.
Una forza politica come la nostra deve essere in grado di guidare questi processi politici, proponendo un patto democratico con i cittadini e i corpi intermedi perché è fondamentale lo sforzo di tutti per uscire da questa condizione.
Ripensare la politica economica e lavorativa, costruire un Welfare forte, investire fortemente nella ricerca e nell’Istruzione e ripensare l’Italia in una dimensione europea, questa è l’unica via.
Crediamo che si necessario l’intervento statale e europeo per regolare il mercato e garantire maggiore trasparenza nei suoi paradigmi, così da salvaguardare le persone che vogliono investire nel nostro Paese. Eliminare definitivamente la speculazione finanziaria. Investire sul lavoro e sui lavoratori, creando un forte Welfare State, che aiuti i cittadini a ripensarsi nel mondo del lavoro, ma che al tempo stesso li tuteli. È chiaro che non abbiamo bisogno di uno Stato assistenzialista, ma uno Stato capace di fornire strumenti necessari allo sviluppo delle economie.
Ripartire dal Sud con delle serie riforme strutturali, che aiutino questa parte importantissima del Paese a risollevarsi ed esprimere tutto il suo potenziale economico e commerciale. Investire su ricerca e sviluppo perché lì è il nostro futuro e la nostra economia più grande e forte, bisogna mettere in mano ai nostri ricercatori i mezzi necessari per crearlo questo futuro, però.
Questa è l’unica via possibile, coniugando l’austerità con la crescita.
 La ricetta di sola austerità fa andare in testacoda uno Stato che non ha più possibilità di sviluppo e ripresa economica.
Tutto questo però deve avvenire in una situazione ben delineata e precisa: un’Europa unita che abbia la forza di creare un mercato del lavoro, sociale e culturale europeo.
I popoli dell’unione europea avranno davanti, così, un maggior numero di possibilità di crescita personale, ma soprattutto comunitaria.

Quindi v’invitiamo a fare attenzione a chi pone prima la propria persona e poi il suo programma politico, a chi offre ancora lo stesso pensiero economico liberista, a chi si ferma troppo sul formalismo delle cose e non va a livello sostanziale, a chi non parla di Welfare e Lavoro, a chi non fa un percorso storico e un’analisi, ma si pone ugualmente come futuro e a chi vuole che i cittadini siano ancora passivi alla politica.

Abbiamo un'unica occasione per cambiare il Paese e l’Europa e scegliere da che parte stare è fondamentale.
Noi abbiamo scelto Bersani.


                                                                                         Lorenzo Tedeschi,

                                                                          Segretario Giovani Democratici Cisterna

sabato 1 settembre 2012

Omaggio alla Costituzione


Piero Calamandrei sulla Costituzione.


Il discorso qui riprodotto fu pronunciato da Piero Calamandrei nel salone degli Affreschi della Società Umanitaria  il  26 gennaio 1955 in occasione dell’inaugurazione di un ciclo di sette conferenze sulla Costituzione italiana organizzato da un  gruppo di studenti universitari e medi per illustrare in modo accessibile a tutti i principi morali e giuridici che stanno a fondamento della nostra vita associativa. 
L’art.34 dice:” I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi
più alti degli studi”. Eh! E se non hanno i mezzi? Allora nella nostra costituzione c’è un articolo che
è il più importante di tutta la costituzione, il più impegnativo per noi che siamo al declinare, ma
soprattutto per voi giovani che avete l’avvenire davanti a voi. Dice così: ”E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. E’ compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nell’art. primo- “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro “- corrisponderà alla realtà. Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica perché una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, in cui ci sia soltanto una uguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale, non è una democrazia  in cui tutti i cittadini veramente siano messi in grado di concorrere alla vita della società, di portare il loro miglior contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la società. E allora voi capite da questo che la nostra costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi! E‘ stato detto giustamente che le costituzioni sono anche delle polemiche, che negli articoli delle costituzioni c’è sempre anche se dissimulata dalla formulazione fredda delle disposizioni, una polemica. Questa polemica, di solito è una polemica contro il passato, contro il passato recente, contro il regime caduto da cui è venuto fuori il nuovo regime.
Se voi leggete la parte della costituzione che si riferisce ai rapporti civili  politici, ai diritti di libertà,
voi sentirete continuamente la polemica contro quella che era la situazione prima della Repubblica,
quando tutte queste libertà, che oggi sono elencate e riaffermate solennemente, erano
sistematicamente disconosciute. Quindi, polemica nella parte dei diritti dell’uomo e del cittadino
contro il passato. Ma c’è una parte della nostra costituzione che è una polemica contro il presente, contro la società presente. Perché quando l’art. 3 vi dice: “ E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” riconosce che questi ostacoli oggi vi sono di fatto e che bisogna rimuoverli. Dà un giudizio, la costituzione, un giudizio polemico, un giudizio negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani. Ma no è una costituzione immobile che abbia fissato un punto fermo, è una costituzione che apre le vie verso l’avvenire. Non voglio dire rivoluzionaria, perché per rivoluzione nel linguaggio comune s’intende qualche cosa che sovverte violentemente, ma è una costituzione rinnovatrice, progressiva,che mira alla trasformazione di questa società  n cui può accadere che, anche quando ci sono, le libertà giuridiche e politiche siano rese inutili dalle disuguaglianze economiche dalla impossibilità per molti cittadini di essere persone e di accorgersi che dentro di loro c’è una fiamma spirituale che se fosse sviluppata in un regime di perequazione economica, potrebbe anche essa contribuire al progresso della società. Quindi, polemica contro il presente in cui viviamo e impegno di fare quanto in noi  per trasformare questa situazione presente.
Però, vedete, la costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La
costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni
giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di
mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla
costituzione è l’indifferenza alla politica, l’indifferentismo politico che è -non qui, per fortuna, in
questo uditorio, ma spesso in larghe categorie di giovani- una malattia dei giovani.
”La politica è una brutta cosa”, “che me ne importa della politica”: quando sento fare questo
discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina,, che qualcheduno di voi conoscerà, d
quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di
questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran
burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava: E allora questo contadino impaurito
domanda a un marinaio: “Ma siamo in pericolo?”, e questo dice: “Se continua questo mare, il
bastimento fra mezz’ora affonda”. Allora lui corre nella stiva svegliare il compagno e dice: “Beppe,
Beppe, Beppe, se continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda!”. Quello dice: ” Che
me ne importa, non è mica mio!”. Questo è l’indifferentisno alla politica. E’ così bello, è così comodo: la libertà c’è. Si vive in regime di libertà, c’è altre cose da fare che interessarsi alla politica. E lo so anch’io! Il mondo è così bello, ci sono tante cose belle da vedere,da godere, oltre che occuparsi di politica. La politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai, e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica.
La costituzione, vedete, è l’affermazione scritta in questi articoli, che dal punto di vista letterario
non sono belli, ma è l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della
sorte comune, che se va a fondo, va a fondo per tutti questo bastimento. E’ la carta della propria
libertà, la carta per ciascuno di noi della propria dignità di uomo. Io mi ricordo le prime elezioni dopo la caduta del fascismo, il 2  giugno 1946, questo popolo che da venticinque anni non aveva goduto le libertà civili e politiche, la prima volta che andò a votare dopo un periodo di orrori- il caos, la guerra civile, le lotte le guerre, gli incendi. Ricordo- io ero a Firenze, lo stesso è capitato qui- queste file di gente disciplinata davanti alle sezioni, disciplinata e lieta perché avevano la sensazione di aver ritrovato la propria dignità, questo dare il voto, questo portare la propria opinione per contribuire a creare questa opinione della comunità, questo essere padroni di noi, del proprio paese, del nostro paese, della nostra patria, della nostra terra, disporre noi delle nostre sorti, delle sorti del nostro paese. Quindi, voi giovani alla costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto- questa è una delle gioie della vita- rendersi conto che ognuno di noi nel mondo non è solo, che siamo in più, che siamo parte di un tutto, nei limiti dell’Italia e nel mondo. Ora vedete- io ho poco altro da dirvi-, in questa costituzione, di cui sentirete fare il commento nelle prossime conferenze, c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie son tutti sfociati in questi articoli. E a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane. Quando io leggo nell’art. 2, ”l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, o quando leggo, nell’art. 11, “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, la patria italiana in mezzo alle alte patrie, dico: ma questo è Mazzini; o quando io leggo, nell’art. 8, “tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge”, ma questo è Cavour; quando io leggo, nell’art. 5, “la Repubblica una e indivisibile riconosce e promuove le autonomie locali”, ma questo è Cattaneo; o quando, nell’art.52, io leggo, a proposito delle forze armate,”l’ordinamento  delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica” esercito di popolo, ma questo è Garibaldi; e quando leggo, ll’art. 27, “non è ammessa la pena di morte”, ma questo, o studenti milanesi, è Beccaria. Grandi voci lontane, grandi nomi lontani. Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro a ogni articolo di questa costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un
testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.

domenica 22 luglio 2012

Carturan non è il problema, lo siete tutti voi!

Parlando del Consiglio Comunale di ieri mattina, non possiamo far altro che dire di nuovo alla maggioranza che si deve dimettere perchè non è in grado di governare la nostra città. In merito alla sfiducia: un gesto chiaramente politico che è servito a ristabilire gli equilibri di maggioranza, Carturan non è il problema della Giunta Merolla come non lo era Rosina o Bellotto, ma il problema reale sono loro che sono degli incapaci. La votazione della sfiducia è stato poi un chiaro gesto di impotenza politica poichè il Sindaco è stato costretto a votare per raggiungere la maggioranza minima per far passare la mozione (15+1). 

Vedete tutto questo ci motiva ancora di più ad impegnarci nella nostra opera politica che faccia veramente gli interessi della città. Noi il nostro matrimonio (per citare Cicchitti) lo facciamo con le idee di rinnovamento calate in una dimensione reale della società e della sua evoluzione, proposte concrete e solide.


                                                                                        

                                                                            Lorenzo Tedeschi
                                                        Segretario dei Giovani Democratici di Cisterna

sabato 30 giugno 2012

Concorso Fotografico: " Lavoro Precario, Vite Sospese"

Noi Giovani Democratici Cisterna stiamo promuovendo un'iniziativa dei Giovani Democratici della Provincia di Latina. Di cosa si tratta? Un concorso fotografico:  LAVORO PRECARIO, VITE SOSPESE.
Noi come GD provinciali ci poniamo come obiettivo la sensibilizzazione di questo tema, tanto caro al nostro paese quanto poco tutelato.
Conosciamo tutti il periodo di crisi che stiamo passando e di come vada a discapito del lavoro e che troppo spesso per risparmiare si vada a tagliare sulla sicurezza. Questo quindi non è un semplice concorso fotografico, ma vuole essere l'inizio di una denuncia che è stata spesso lasciata nel dimenticatoio civile.


PER PARTECIPARE CONTATTATECI TRAMITE E-MAIL A:  gdcisterna@gmail.com
SCADENZA BANDO 25 LUGLIO

mercoledì 9 maggio 2012

L’ora di resistere


Quando l’8 settembre del 1943 Badoglio parlava via radio agli italiani annunciando la firma dell’armistizio con gli alleati, qualcosa scattò nel cuore dei tanti italiani e italiane che fino a quel momento erano stati privati di qualsiasi libertà. L’annuncio fu subito preso con gioia, perché la guerra per noi italiani era terminata, ma è stato proprio l’attimo successivo all’euforia dell’annuncio che ha fatto realizzare a quelle persone, che ora toccava a loro, che ora arrivava il momento più difficile; era necessario cacciare, respingere e sconfiggere, quel potere nero, era necessario mandare via ciò che rimaneva del nazi-fascismo.
Così nacque la Resistenza, così nacque il Partigiano.
L’8 settembre quindi, tutta la penisola fu scossa da un sobbalzo, si risvegliò, si alzò dalle macerie di una guerra crudele e decise che in quel momento doveva rinascere un’Italia, diversa da quella di prima, dove poteri autoritari e leggi infamanti non dovevano più essere all’ordine del giorno, ma si pensava ad un’Italia democratica come   quella pensata da Mazzini e Garibaldi, e dai grandi eroi repubblicani del Risorgimento.
La storia degli anni successivi la conosciamo tutti, il cuore, l’anima che quelle persone misero nel liberare l’Italia dall’invasione nazista fu senza limiti. L’ardire, il coraggio, il lottare ogni giorno, e ogni giorno rischiare la propria pelle per volere un Paese libero e democratico fa di quegli uomini e donne degli esseri veramente speciali.
L’idea che poi si è fatta della festa del 25 aprile e del valore dei Partigiani e della Resistenza in questi ultimi anni, è il preconcetto che la ricorrenza della Liberazione dal nazi-fascismo, sia un qualcosa da festeggiare solo da un colore politico; smantellare questo schema è dovere di tutti noi cittadini, poiché il nostro Paese fu liberato da tutti coloro che aborrirono il fascismo e la sua dittatura, senza distinzione politica. Il loro unico intento e obiettivo era restituire alle proprie famiglie, ai propri figli e ai propri posteri uno stato libero dove vivere in serenità, in un clima semplice di confronto, dove potesse esserci una vera discussione politica; dove organi come il parlamento riprendessero la loro vitale e importante funzione; dove una vera carta Costituzionale potesse difendere i diritti e affermare i doveri dei cittadini.
Per questo il 25 aprile dovrebbe essere la festa di un’unità nazionale, poiché si festeggia la democrazia, si festeggia la libertà, si festeggia il ricordo di quelle persone e infine si festeggia l’Italia tutta intera.

Toccante e commovente è stata la manifestazione, organizzata dall’amministrazione, in onore dei caduti svoltasi in piazza Amedeo di Savoia Aosta. Tutte le associazioni Combattentistiche d’Arma e di Volontariato presenti hanno celebrato il ricordo della fine della seconda guerra mondiale e della guerra di Liberazione. La manifestazione è stata centrata al ricordo storico e alla testimonianza di due uomini che hanno vissuto il dramma della guerra in prima persona, come pure in prima linea: Attilio Mancini e Arturo Cirilli, superstiti dei campi di concentramento. I due superstiti hanno voluto condividere la loro storia, facendo leggere dei passi dei loro libri in cui è raccontata per filo e per segno la loro esperienza che oltre suscitare un amaro ricordo in loro, ha toccato veramente tanto, tutti coloro che hanno partecipato alla cerimonia.
Ci auguriamo infine, come Giovani Democratici, che questa celebrazione del 25 aprile non rimanga un unicum, ma che sia la prima di una serie di cerimonie e commemorazioni che sono doverose in una città piena di senso civico, per non dimenticare ciò che ha segnato la nostra storia e per avere sempre a mente quegli eroici uomini che hanno liberato la nostra Italia.

“Era giunta l’ora di resistere; era giunta l’ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini.”

Piero Calamandrei

Cianfoni Luca, GD Cisterna

“Dove vien meno l'interesse, vien meno anche la memoria.”


“Dove vien meno l'interesse, vien meno anche la memoria.”   W. Goethe

Credo che proprio queste possano essere le parole giuste per descrivere ciò che il 24 aprile scorso è successo nella nostra città, in occasione della ricorrenza del 25 aprile, festa della Liberazione.
Nella Sala della Loggia, a Palazzo Caetani, si è svolto il primo incontro dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) proprio per non perdere l’interesse, e quindi la memoria, nei confronti di quelle persone che con animo fervente e con voce, più volte rotta dalla commozione e dal ricordo, hanno ricordato i tragici anni del ventennio fascista e dell’orrore della 2° Guerra Mondiale.
Questo primo appuntamento ha avuto come obiettivo, l’inizio di un percorso che a breve porterà alla costituzione di un vero e proprio circolo cittadino, come quello già presente a Latina e in tutte le più importanti città italiane.
Lo scopo dell’ANPI è quello di non perdere la preziosa testimonianza e memoria di quei cittadini che fin dall’alba del fascismo si son professati contro quella feroce dittatura e il suo ideale, compiendo atti dimostrativi forti che avrebbero potuto costargli la prigione, o nel peggiore dei casi, in tempo di guerra, anche la condanna a morte.
L’associazione vuole continuare a professare il sentimento anti-fascista che dovrebbe esser forte e  presente in ognuno di noi, dopo l’orrendo ventennio a cui ci ha sottoposto; mira infine a preservare la libertà e il senso civico che nel nostro Paese sono cardine e base della nostra Democrazia.
La pluralità di movimenti e di ideali che rappresentarono l’associazione alla consulta nazionale del 1947, dimostra come quest’ultima non sia rappresentante di una sola parte politica, ma raggruppi e faccia convergere dentro di sé tutte quelle forze politiche e culturali antifasciste che condividono un'ideale di rispetto delle istituzioni democratiche e di tutela della legalità.  
È proprio questo che nel nuovo millennio l’ANPI si propone di fare, di preservare e tutelare il valore supremo della Costituzione, figlia della guerra di Resistenza e Liberazione portata avanti dai nostri padri partigiani, e madre di tutti i nostri diritti, doveri e libertà che dovrebbero esser legge morale dentro di noi; è il dover difendere a spada tratta tutte le Istituzioni, svilite in questi ultimi vent’anni da una gestione politica personalistica e assoggettata al solo interesse individuale.
Tutto ciò, il 24 aprile, è stato portato a Cisterna.
L’incontro avvenuto è stato per tutti quelli che hanno partecipato una vera e propria scoperta di personaggi cittadini e un vero viaggio nel tempo in quel periodo storico. Le testimonianze di Romeo Murri, Renato Campoli, Italo Di Luzio, Bruno Fieramonti sono state toccanti e profonde, e la loro voce più volte rotta dal cordoglio e dai ricordi aspri. Le loro parole hanno aperto dibattiti, confronti che sono il segno più bello della nostra democrazia, tra giovani e meno giovani; infine è intervenuto anche il presidente dell’ANPI di Latina Sergio Zaccagnino, portando la sua forte testimonianza di anni di militanza a nella provincia pontina e dando un taglio storico-attuale a tutta la conferenza.
 Si è parlato di Costituzione e di come essa non debba essere vista come un ostacolo, ma come un modello morale da seguire per divenire esempi civici, anche nel nostro piccolo; e infine si è riflettuto su quanto sia importante per i giovani di oggi il valore della memoria, del non dimenticare ciò che è accaduto poco più di 70 anni fa, affinché un forte sentimento civico e politico democratico possa essere la base dei ragazzi di oggi, perché non si dia fiato a quei movimenti autoritari o di anti-politica che nascono quotidianamente intorno a noi, e che rappresentano il degrado e lo svilimento della cosa pubblica frutto degli ultimi venti anni. 

Cianfoni Luca, GD Cisterna 

domenica 6 maggio 2012

Il lavoro è umano solo se libero

                                                           Cisterna, 1 maggio 1945                                        


"Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente
in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità
di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni
del Congresso di Parigi".
20 luglio 1889, Parigi. Congresso della Seconda Internazionale.
  
 Venne così scelta una data simbolica:  il 1 maggio. Giorno in cui, tre anni prima un corpo di polizia aveva represso nel sangue una manifestazione di operai a Chicago.
La disorganizzazione del movimento dei lavoratori, dovuta a l'assenza di un centro di coordinamento, era alla base delle tensioni sociali e delle paure borghesi che si stavano diffondendo e che erano alimentate dalla stampa conservatrice.
Ma dall'altra parte, quella progressista, rivolgendosi ai lavoratori, ribadiva l'importanza di tale incontro sottolinendone il carattere internazionale e proletario.
 Da parte loro i governi, più o meno liberali o autoritari, allertarono gli apparati repressivi.
In Italia,  Francesco Crispi con il suo pugno di ferro, vietò qualsiasi manifestazione pubblica sia per la giornata del 1 maggio che per la domenica successiva, 4 maggio.
In diverse località, per incoraggiare la partecipazione del maggior numero di lavoratori,
si decise infatti di far slittare la manifestazione alla giornata festiva.
 Per tale motivo la riuscita del 1 maggio 1890 costituì una felice sorpresa
  avendo dato vita ad una mobilitazione su scala nazionale ed internazionale.
A dare vigore all'azione concertata dei socialisti di tutto il mondo, fu la condanna a morte di quattro operai, uno dei quali, Albert R. Parsons, stretto dalla morsa del cappio riusci a stento a pronunciare le sue ultime parole: "Lasciate che si senta la voce del popolo!"  
Anche il nostro territorio fu protagonista di quast'ondata socialista:      
1 maggio 1884: centocinquanta pastori cisternesi scioperarono contro gli  on. Ferri, Mazzoleni e Gualdi. Chiesero   un aumento salariale da 10 a 15 lire mensili per l'inverno e 12.5 lire per l'estate, più sette soldi al giorno per il pane invece che cinque. La richiesta venne accordata.
E' quindi evidente che il mondo dei lavoratori stava acquisendo una certa autonomia, un'autonomia che non poteva e non può essere seppellita sotto gli anni, ma che anzi deve essere rivendicata in ogni momento.

 Le parole strozzate di Parsons riecheggiano ogni anno, nello stesso giorno, con una ricorrenza che non lascia spazio a fanatismi politici.  Le lacrime delle morti bianche, con l'unica colpa di aver pagato con la vita un pezzo di pane, e i felici pensieri per le conquiste: dalle otto ore alla promulgazione della 626, si fondono delineando la storia più drammatica e decorosa dei combattenti del lavoro.
Ma il primo maggio è molto più che la Festa dei lavoratori. Il primo maggio è l'emblema delle lotte sociali contro l'oppressione e a favore di un mondo vivibile, è la difesa del più debole e dello sfruttato da un sistema che prevarica senza pietà e senza diritto, è il momento in cui riprendono vita le grida dei popoli in rivolta, la fratellanza proletaria, l'urlo di disperazione di chi non riesce a riprendersi la propria libertà perchè è da solo a combattere per essa.
Sarà forse la magia di questo mese, maggio. Per chi volle lottare e combattere per sè e per gli altri questo è sempre stato il mese "prediletto"; non a caso le rose rosse, simbolo del socialismo, fioriscono proprio in questo periodo. La rivoluzione francese è scoppiata il 5 maggio 1789; il 6 del 1429 Giovanna d'Arco sconfiggeva le truppe inglesi ad Orlèans dando ai francesi una speranza; il 17 maggio, dal 1990, divenne la giornata mondiale contro l'omofobia; 1 maggio 1968,  l'ingegnere bolognese Giorgio Rosa dichiara l'indipendenza dell' Isola delle Rose...

La lista potebbe protrarsi per pagine, ma non è opportuno chiudersi nel passato senza considerare il presente, altrimenti tutto perde senso.
Infatti, ad oggi, mentre l'Occidente ingrassa senza mai essere sazio, lo sfruttamento ( 250 milioni di bambini tra i 7 e i 15 anni lavorano più di dieci ore al giorno in ogni settore)  dilaga sotto la protezione del consumismo e si nasconde dietro quella scatola che ci ostiniamo a chiamare "mezzo d'informazione". 
E' ovvio che causa di tutto questo è il sistema capitalistico che ha fatto delle multinazionali il proprio canale d'azione. 
Il 1 maggio è e deve essere un monito a valutare il mondo da una prospettiva più ampia ed a convincersi che senza solidarietà sociale ed internazionale viene meno il  valore più grande: la dignità umana.  
Per concludere lascio la parola a Fabrizio De Andrè:
 http://www.youtube.com/watch?v=LVyM8i5mUAM



                                                                                                  Sirocchi Andrea, GD Cisterna

                                                                                                                         


 






mercoledì 21 marzo 2012

Le mani sulle buche

La dichiarazione è altisonante: "il prossimo candidato a sindaco sarò ancora io". E ovviamente appartiene all'attuale sindaco Merolla, in un intervista pubblicata a gennaio sul mensile "Incontro". E con un mero slancio enfatico da campagna elettorale si appellava alla stessa campana che ormai sentiamo un po' troppo spesso dagli amministratori di Cisterna, riguardo l'annuncio dell'IMMINENTE ripresa dei lavori delle ormai, purtroppo, ben note buche. Ciò che più attira la nostra preoccupazione, adesso, è quel che hanno presentato i progettisti della GiSi immobiliare ad una conferenza stampa organizzata il 25 ottobre 2011, circa le soluzioni da loro proposte per la riqualificazione delle aree interessate dalle buche. Oltre i sospetti sull'effettiva possibilità di una buona fine di questo "buche-gate", se può esserci permessa una valutazione sull'estetica. ci troviamo davanti all'estenuante e sconvolgente realizzazione di progetti cubici e futuristi, che non sembrano essere in tono con il resto del paesaggio, ma che hanno una loro continuità con le altre "opere d'arte" e le numerose "licenze poetiche" degli ultimi professionisti che hanno messo le mani sulla nostra città.

lunedì 12 marzo 2012

1^ Congresso Provinciale dei Giovani Democratici

Finalmente i circoli e la federazione di Latina hanno compiuto un nuovo importante passo. I congressi di circolo e il congresso provinciale sono arrivati al loro termine.
Primo congresso perché è necessario distinguere la fondazione dei Giovani Democratici, nati con primarie... un parto travagliato. Primo perché la discussione necessaria è finalmente quella sulla politica, con una serena discussione che rischiato comunque di essere contagiata da tutto quello che combattiamo ogni giorno anche come Partito Democratico: la personificazione della politica.
Un congresso dei GD, questo, che ha visto il trionfo di chi, alla discussione su le "facce", ha preferito la discussione sui temi, sulla politica per dare la risposta più forte a chi fa antipolitica di mestiere.
Tanti i temi trattati, tante le proposte avanzate. Economia, utilizzando le parole giuste, senza lasciare la materia a chi crede se ne possa parlare con leggerezza,  quindi crisi e crescita. Territorio, perché i GD lo vivono ogni giorno, perché sono i più attenti osservatori della situazione della nostra provincia e inevitabilmente ci si scontra con i gravi problemi di legalità. Società, società della conoscenza, quindi non solo scuola e università.
Tutto ciò arrivando alla conclusione di un percorso che ha visto il rinnovamento delle segreterie cittadine dei GD, in particolare Cisterna che con Lorenzo Tedeschi ha trovato un nuovo giovane alla guida del circolo, la fine quindi del mandato di Francesco Buonincontro. Nella federazione di Latina invece con l'acclamazione di Matteo Pepe si propone la continuazione di un percorso, in un territorio difficile come il nostro.
Nonostante quindi le difficoltà che ci si sono poste alla vigilia dei congressi, i GD, hanno ancora una volta dimostrato a forte voce di avere un'idea in mente, un'idea di mondo oltre che della funzione di un partito. Hanno continuato a dimostrarsi all'avanguardia per competenza e proposte nonché sulla serietà, hanno voluto dare una lezione a chi crede che i giovani siano assopiti, inutili e "bamboccioni".



Prossimamente su Stato Libero TV i contributi dei ragazzi della provincia di Latina alla discussione del congresso avvenuto  l'11 marzo.

mercoledì 22 febbraio 2012

Democrazia del Popolo Sovrano

Democrazia diretta o democrazia rappresentativa? Da qualche tempo leggiamo e discutiamo riguardo questo tema, sorto anche grazie al successo dei referendum del giugno 2011 che hanno portato alla vittoria i 4 SI per l'acqua pubblica, contro il nucleare e il legittimo impedimento. L'argomento assume importanza e viene sostenuto con nuova forza dalla progressiva crisi del sistema dei partiti, dal disorientamento dell'elettorato che va ad alimentare il non-voto, dalla crisi e dalla decadenza della politica, del suo ruolo, a favore di governi tecnici e di politici in genere che non vengono eletti dal popolo sovrano. Gli anni della personificazione dei partiti e della politica, le critiche legate a comportamenti "castali", l'autoreferenzialità e molte volte l'incompetenza di chi amministra la cosa pubblica, hanno contribuito alla nascita di un sentimento di sfiducia verso le persone che dovrebbero rappresentare i cittadini nei luoghi preposti al governo e all'amministrazione.
 
Da questi presupposti però, non bisogna arrivare a conclusioni improvvisate, liquidatorie e demagogiche, ma bensì ricordare che in Italia non vi può essere alcuna democrazia al di fuori della Costituzione. Costituzione che prevede degli importanti strumenti di democrazia diretta, come appunto i referendum, ma anche la proposta di legge di iniziativa popolare, le petizioni. Bisogna però ricordare che i referendum in Italia sono stati per molto tempo un fallimento in termini di partecipazione e di quorum, questo è stato un problema per molti versi legato alla disinformazione e al disinteresse dell'elettorato, specialmente quando si chiamavano tutti i cittadini ad esprimersi su tematiche che riguardavano delle minoranze (referendum sull'estensione dell'art. 18 anche alle imprese con meno di 15 dipendenti, referendum sulla fecondazione assistita ecc) che la dice lunga anche sulla qualità della democrazia, sull'opportunità che una maggioranza debba vincere sempre su una minoranza, e ci pone degli interrogativi riguardo la tutela delle minoranze, che è un tema conosciuto e sempre attuale nella politica internazionale.
 
Appurato che senza completa e profonda informazione non può esservi democrazia, c'è anche qualcuno un po' troppo radicale che propone una "patente" per votare, dove ogni cittadino dovrebbe prendere un'abilitazione al voto, se non altro affinchè la sua disinformazione non vada a danneggiare gli altri cittadini con una scelta di voto sbagliata. Ma accantonando questo discutibile risvolto, vediamo che anche quando i cittadini si esprimono inequivocabilmente con dei referendum, non sempre la loro volontà è tenuta da conto, mentre a volte per opportunismo, si corre a sposare una posizione per ingraziarsi l'opinione pubblica, altre volte è necessario attuare delle misure "impopolari" per poter risolvere delle questioni difficili. Ciò che esce da un referendum deve poi essere attuato dalla politica; oggi ci confrontiamo anche con i confini delle direttive europee (che proprio in materia di acqua e servizi pubblici impone delle privatizzazioni), è chiaro che soprattutto la politica è addetta alla risoluzione di questi meccanismi democratici.
 
Come Giovani Democratici proprio l'estate scorsa abbiamo attuato una raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che riguardava la normazione del lavoro giovanile, e la regolamentazione della democrazia interna ai partiti, in attuazione dell'articolo 49 della costituzione. Tutto vero riguardo all'anarchia che imperversa nei partiti in termini di selezione delle cariche, gestione delle risorse economiche ecc. Questo è un aspetto che va indubbiamente cambiato e regolamentato, in nome della trasparenza e nella parità delle forze politiche. Il Partito Democratico è l'unico partito italiano ad avere un bilancio certificato da una società esterna, ad avere chiari sistemi di elezione e selezione dei gruppi dirigenti, completa trasparenza in tutti i passaggi democratici sostenuti da assemblee, primarie, conferenze programmatiche ecc. Forse tutto ciò non basta e forse qualcosa, soprattutto sulle primarie, va rivisto. Ma a partire da una proposta di legge, fino alla discussione di direttive europee, è fondamentale e ineludibile l'importanza di un partito.
 
"Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti..." è assurdo pensare di gestire una complessità amministrativa, in perfetto rispetto dei principi democratici, senza ricorrere alla formazione di partiti. C'è la necessità di conoscenza giuridica, di specialisti ed esperti formati sul campo, di relazioni internazionali, di conoscenza dei processi sociali, economici, politici, ovvero di "specialisti" della politica; non possiamo pensare di lasciare la democrazia in mano all'improvvisazione di qualcuno, improvvisazione che tanto ha contribuito alla crisi generale che stiamo vivendo, e che quindi porta dei danni anche in politica. Dobbiamo ricostruire un'idea del primato della politica, di un nuovo ruolo della politica, che sia certamente credibile, rispettabile, incarnata da persone competenti, oneste e capaci, ma organizzata necessariamente in partiti altrettanto chiari e trasparenti.
 
Dobbiamo considerare però che molte volte quello che c'è su è lo specchio di quello che c'è giù, che la democrazia diretta non funziona se vista in termini di evasione fiscale, di giustizia fai da te, di "ronde" per la sicurezza ecc. Oggi più che mai è neccessaria una visione concreta di come affrontare la crisi, di come costruire un nuovo modello economico, produttivo, sociale, di quale mondo vogliamo. Ed un progetto del genere prevede perlomeno delle persone che si associno, che si organizzino e discutano, ed ecco che nasce semplicemente e spontaneamente un partito, con esso l'esigenza di "rappresentare" le istanze e le idee di tutti i militanti. Non è possibile quindi eliminare o marginalizzare la democrazia rappresentativa.
 
In conclusione: sempre all'interno dei dettami costituzionali, applicare e promuovere ogni forma di democrazia, prevedendo insieme una buona e profonda informazione dei cittadini, riformare il sistema dei partiti partendo dall'art. 49 per costruire un serio sistema politico che assicuri assieme alla trasparenza anche l'onestà e la competenza dei rappresentanti del popolo, inaugurare una nuova stagione politica che non lasci spazio all'improvvisazione e imponga una scientificità all'approccio politico. Il nostro obiettivo come forza politica deve essere sempre quello dell'estensione della democrazia, in tutti gli ambiti e le sue forme possibili, tenendo da conto la tutele delle minoranze e coinvolgendo sempre di più i cittadini e i corpi intermedi nella discussione delle scelte, ma costruendo un serio modello di militanza politica che rappresenti l'alternativa che vogliamo realizzare.

F. Buonincontro
Segretario Giovani Democratici Cisterna

lunedì 6 febbraio 2012

Cisterna Appalto spa


Era il lontano 29 maggio 2007 quando lallora sindaco Mauro Carturan annunciava: "E' iniziato il percorso dell'ultimo quinto di Piazza 19 Marzo. Oltre all'importante valore di riqualificazione di uno spazio centrale, sia dal punto di vista urbanistiche che sociale della città, e all'impulso economico e commerciale che l'opera potrà dare, ciò che più conta è la realizzazione del Cinema Teatro di Cisterna. Un percorso lungo, iniziò nel 1994, con l'Amministrazione guidata da Tonino Del Giovine e di cui ero componente, e durata 13 anni soprattutto a causa del fallimento della società che aveva acquisito parte dell'area".
"E'
un'operazione complessa e molto ambiziosa - continua Carturan - e mi auguro che possa essere portata a termine nel più breve tempo possibile. Un progetto che si avvale di progettisti ai quali, al di di speciose polemiche politiche, ho sempre riconosciuto la loro capacità professionale".

Nel più breve tempo possibile, si augurava lex sindaco, che tuttora ricopre la carica di presidente del consiglio comunale della nostra città; ma dal momento in cui sono iniziati i lavori (nella primavera-estate del 2007), sono passati ben 5 anni e dei cantieri che dovevano dare vita ad opere di interesse pubblico (come un parcheggio nellarea antistante il nuovo palazzo comunale e un cinema-teatro nello spazio dellex consorzio agrario), sono rimaste ormai solamente le arcinotebuche.
Lansia e leccitazione di avere un cinema-teatro nella nostra città che non costringesse i ragazzi a dover andare in altri luoghi per vedere un buon film o meglio ancora uno spettacolo teatrale; Lansia e leccitazione di avere parcheggi in più nel centro di Cisterna che avrebbero favorito le attività commerciali dei negozianti sul corso ed una migliore vivibilità e viabilità allintero centro abitato; ed infine la voglia di poter sfruttare e di poter vivere allinterno di un centro cittadinomesso a nuovoe non deturpato da cantieri ormai permanenti; tutte queste aspettative sono state deluse.
Annunci e comunicati stampa si sono susseguiti in questi 4/5 anni per rassicurare i cittadini che i lavori, seppur con qualche ritardo e qualche intoppo, andavano avanti o sarebbero stati ripresi a breve, ma tutto questo, ad ora, ancora non si è mai verificato. in questo modo, il consigliere delegato Martelli nel giugno del 2010 diceva ai cronisti del Latina Oggi:il problema sarà presto risolto;Equasi fattagli faceva eco il sindaco Merolla dichiarando di seguito limminente ripresa dei lavori da parte della società GISI immobiliare, proprio la stessa impresa che nel settembre del 2008 non proseguì i lavori (anche dopo una comunicazione del sindaco Carturan che ne intimava la ripresa entro il 30 settembre dello stesso anno) poiché non provvide alla fidejussione da assicurativa a bancaria ( stabilito dalla convenzione comunale 5844 del 04 agosto 2006).
Proprio così, lamministrazione comunale affida di nuovo i lavori, dopo il fallimento del 2008, alla stessa società, GISI Immobiliare, che su internet non presenta un numero di telefono, un e-mail, un sito su cui un qualsiasi cittadino possa informarsi o magari vedere quello che si dovrebbe (il condizionale è dobbligo) realizzare nella propria città, ma riporta solamente lindirizzo della loro sede dove non compare nemmeno una targa o un citofono con lintestazione di questa società. Viene quindi da riflettere: memoria corta o fiducia incondizionata da parte del comune? Purtroppo tutto ciò si verrà a scoprire solo con il passare del tempo

Da cornice a tutto questo va collocata la vicenda del grattacielo che dovrebbe sorgere in via Carducci. Lamministrazione comunale ha fatto approvare in pochi minuti questestate, unapiccolamodifica di progetto alta trenta metri che dovrebbe sorgere proprio affianco al nuovo edificio comunale, sovrastando uno dei monumenti per eccellenza cisternesi come il campanile di Santa Maria Assunta, e deturpando lo skyline di tutto il paese. Sembrerebbe quasi uno sberleffo a tutti gli effetti, agli anni e a tutto il denaro pubblico speso per i cantieri dellex cinema Luiselli e dellarea antistante al nuovo comune, a far capire che la odierna amministrazione pensa soltanto agli affari e alle poltrone invece di dedicarsi ai veri problemi della nostra cittadina. Indignazione e preoccupazione per il caso è stata espressa, oltre che dalle opposizioni, anche dal coordinatore regionale del Lazio diLibera associazioni nomi e numeri contro le mafieAntonio Turri, che mette in guardia sulle possibili infiltrazioni mafiose allinternodellaffare, dato che oramai esponenti del clan dei casalesi (e non solo) sono arrivati da tempo, anche sul territorio pontino.
Un altro cantiere quindi che si andrebbe ad aggiungere alle arcinote buche che non permettono alla città di avere un centro nel quale poter vivere senza essere disturbati dalle recinzioni metalliche mal coperte e danneggiate dal tempo e dall’incuria.
Oltre lo sgradevole spettacolo visivo, i cantieri portano anche problemi di viabilità e di spazi su via Carducci, e sullo strettopiazzalericavato di fronte la biblioteca comunale. Qui infatti numerose macchine di genitori si affollano il sabato pomeriggio per accompagnare i propri figli o semplicemente al centro di Cisterna o ad esempio al catechismo, e talvolta sono costretti a lasciare la propria macchina in condizioni di intralcio per il traffico o, peggio ancora, sono costretti a lasciare per strada i propri ragazzi poiché i parcheggi non ci sono.
Magari un bel parcheggio multipiano in quella buca…
Il passaggio vicino larea dellex cinema Luiselli non è da meno; difatti passando sul Corso della Repubblica in prossimità del cantiere si può vedere come ormai il marciapiede vicino larea del cantiere sia completamente distrutto, crepe e pezzi di pietra si staccano ogni giorno e la recinzione in ferro è diventata oramai uno spazio su cui affiggere pubblicità o cartelli.

In conclusione il messaggio allamministrazione è: gli occhi di tutti noi non si sono abituati e non credo lo faranno alla visione delle recinzioni di ferro e delle buche, non cè bisogno di nuovi cantieri, ma di finire quelli in corso dopera, per dare a tutti i cisternesi una Cisterna più vivibile, più bella, con nuove strutture e servizi che ormai sono diventati necessari e che farebbero crescere il livello culturale e il prestigio della nostra città sul territorio.
                                                                                                        
                                                                                                             Luca Cianfoni