Era
il
lontano
29
maggio
2007
quando
l’allora
sindaco
Mauro
Carturan
annunciava:
"E'
iniziato
il
percorso
dell'ultimo
quinto
di
Piazza
19
Marzo.
Oltre
all'importante
valore
di
riqualificazione
di
uno
spazio
centrale,
sia
dal
punto
di
vista
urbanistiche
che
sociale
della
città,
e
all'impulso
economico
e
commerciale
che
l'opera
potrà
dare,
ciò
che
più
conta
è
la
realizzazione
del
Cinema
Teatro
di
Cisterna.
Un
percorso
lungo,
iniziò
nel
1994,
con
l'Amministrazione
guidata
da
Tonino
Del
Giovine
e
di
cui
ero
componente,
e
durata
13
anni
soprattutto
a
causa
del
fallimento
della
società
che
aveva
acquisito
parte
dell'area".
"E' un'operazione complessa e molto ambiziosa - continua Carturan - e mi auguro che possa essere portata a termine nel più breve tempo possibile. Un progetto che si avvale di progettisti ai quali, al di là di speciose polemiche politiche, ho sempre riconosciuto la loro capacità professionale".
"E' un'operazione complessa e molto ambiziosa - continua Carturan - e mi auguro che possa essere portata a termine nel più breve tempo possibile. Un progetto che si avvale di progettisti ai quali, al di là di speciose polemiche politiche, ho sempre riconosciuto la loro capacità professionale".
“Nel
più
breve
tempo
possibile”,
si
augurava
l’ex
sindaco,
che
tutt’ora
ricopre
la
carica
di
presidente
del
consiglio
comunale
della
nostra
città;
ma
dal
momento
in
cui
sono
iniziati
i
lavori
(nella
primavera-estate
del
2007),
sono
passati
ben
5
anni
e
dei
cantieri
che
dovevano
dare
vita
ad
opere
di
interesse
pubblico
(come
un
parcheggio
nell’area
antistante
il
nuovo
palazzo
comunale
e
un
cinema-teatro
nello
spazio
dell’ex
consorzio
agrario),
sono
rimaste
ormai
solamente
le
arcinote
“buche”.
L’ansia
e
l’eccitazione
di
avere
un
cinema-teatro
nella
nostra
città
che
non
costringesse
i
ragazzi
a
dover
andare
in
altri
luoghi
per
vedere
un
buon
film
o
meglio
ancora
uno
spettacolo
teatrale;
L’ansia
e
l’eccitazione
di
avere
parcheggi
in
più
nel
centro
di
Cisterna
che
avrebbero
favorito
le
attività
commerciali
dei
negozianti
sul
corso
ed
una
migliore
vivibilità
e
viabilità
all’intero
centro
abitato;
ed
infine
la
voglia
di
poter
sfruttare
e
di
poter
vivere
all’interno
di
un
centro
cittadino
“messo
a
nuovo”
e
non
deturpato
da
cantieri
ormai
permanenti;
tutte
queste
aspettative
sono
state
deluse.
Annunci
e
comunicati
stampa
si
sono
susseguiti
in
questi
4/5
anni
per
rassicurare
i
cittadini
che
i
lavori,
seppur
con
qualche
ritardo
e
qualche
intoppo,
andavano
avanti
o
sarebbero
stati
ripresi
a
breve,
ma
tutto
questo,
ad
ora,
ancora
non
si
è
mai
verificato.
in
questo
modo,
il
consigliere
delegato
Martelli
nel
giugno
del
2010
diceva
ai
cronisti
del
Latina
Oggi:
“il
problema
sarà
presto
risolto”;
“E’
quasi
fatta”
gli
faceva
eco
il
sindaco
Merolla
dichiarando
di
seguito
l’imminente
ripresa
dei
lavori
da
parte
della
società
GISI
immobiliare,
proprio
la
stessa
impresa
che
nel
settembre
del
2008
non
proseguì
i
lavori
(anche
dopo
una
comunicazione
del
sindaco
Carturan
che
ne
intimava
la
ripresa
entro
il
30
settembre
dello
stesso
anno)
poiché
non
provvide
alla
fidejussione
da
assicurativa
a
bancaria
(
stabilito
dalla
convenzione
comunale
n°
5844
del
04
agosto
2006).
Proprio
così,
l’amministrazione
comunale
affida
di
nuovo
i
lavori,
dopo
il
fallimento
del
2008,
alla
stessa
società,
GISI
Immobiliare,
che
su
internet
non
presenta
né
un
numero
di
telefono,
né
un
e-mail,
né
un
sito
su
cui
un
qualsiasi
cittadino
possa
informarsi
o
magari
vedere
quello
che
si
dovrebbe
(il
condizionale
è
d’obbligo)
realizzare
nella
propria
città,
ma
riporta
solamente
l’indirizzo
della
loro
sede
dove
non
compare
nemmeno
una
targa
o
un
citofono
con
l’intestazione
di
questa
società.
Viene
quindi
da
riflettere:
memoria
corta
o
fiducia
incondizionata
da
parte
del
comune?
Purtroppo
tutto
ciò
si
verrà
a
scoprire
solo
con
il
passare
del
tempo…
Da
cornice
a
tutto
questo
va
collocata
la
vicenda
del
grattacielo
che
dovrebbe
sorgere
in
via
Carducci.
L’amministrazione
comunale
ha
fatto
approvare
in
pochi
minuti
quest’estate,
una
“piccola”
modifica
di
progetto
alta
trenta metri
che
dovrebbe
sorgere
proprio
affianco
al
nuovo
edificio
comunale,
sovrastando
uno
dei
monumenti
per
eccellenza
cisternesi
come
il
campanile
di
Santa
Maria
Assunta,
e
deturpando
lo
skyline
di
tutto
il
paese.
Sembrerebbe
quasi
uno
sberleffo
a
tutti
gli
effetti,
agli
anni
e
a
tutto
il
denaro
pubblico
speso
per
i
cantieri
dell’ex
cinema
Luiselli
e
dell’area
antistante
al
nuovo
comune,
a
far
capire
che
la
odierna
amministrazione
pensa
soltanto
agli
affari
e
alle
poltrone
invece
di
dedicarsi
ai
veri
problemi
della
nostra
cittadina.
Indignazione
e
preoccupazione
per
il
caso
è
stata
espressa,
oltre
che
dalle
opposizioni,
anche
dal
coordinatore
regionale
del
Lazio
di
“Libera
associazioni
nomi
e
numeri
contro
le
mafie”
Antonio
Turri,
che
mette
in
guardia
sulle
possibili
infiltrazioni
mafiose
all’interno
“dell’affare”,
dato
che
oramai
esponenti
del
clan
dei
casalesi
(e
non
solo)
sono
arrivati
da
tempo,
anche
sul
territorio
pontino.
Un
altro cantiere quindi che si andrebbe ad aggiungere alle arcinote
buche che non permettono alla città di avere un centro nel quale
poter vivere senza essere disturbati dalle recinzioni metalliche mal
coperte e danneggiate dal tempo e dall’incuria.
Oltre
lo
sgradevole
spettacolo
visivo,
i
cantieri
portano
anche
problemi
di
viabilità
e
di
spazi
su
via
Carducci,
e
sullo
stretto
“piazzale”
ricavato
di
fronte
la
biblioteca
comunale.
Qui
infatti
numerose
macchine
di
genitori
si
affollano
il
sabato
pomeriggio
per
accompagnare
i
propri
figli
o
semplicemente
al
centro
di
Cisterna
o
ad
esempio
al
catechismo,
e
talvolta
sono
costretti
a
lasciare
la
propria
macchina
in
condizioni
di
intralcio
per
il
traffico
o,
peggio
ancora,
sono
costretti
a
lasciare
per
strada
i
propri
ragazzi
poiché
i
parcheggi
non
ci
sono.
Magari
un bel parcheggio multipiano in quella buca…
Il
passaggio
vicino
l’area
dell’ex
cinema
Luiselli
non
è
da
meno;
difatti
passando
sul
Corso
della
Repubblica
in
prossimità
del
cantiere
si
può
vedere
come
ormai
il
marciapiede
vicino
l’area
del
cantiere
sia
completamente
distrutto,
crepe
e
pezzi
di
pietra
si
staccano
ogni
giorno
e
la
recinzione
in
ferro
è
diventata
oramai
uno
spazio
su
cui
affiggere
pubblicità
o
cartelli.
In
conclusione
il
messaggio
all’amministrazione
è:
gli
occhi
di
tutti
noi
non
si
sono
abituati
e
non
credo
lo
faranno
alla
visione
delle
recinzioni
di
ferro
e
delle
buche,
non
c’è
bisogno
di
nuovi
cantieri,
ma
di
finire
quelli
in
corso
d’opera,
per
dare
a
tutti
i
cisternesi
una
Cisterna
più
vivibile,
più
bella,
con
nuove
strutture
e
servizi
che
ormai
sono
diventati
necessari
e
che
farebbero
crescere
il
livello
culturale
e
il
prestigio
della
nostra
città
sul
territorio.
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